Il Codice dell’Amministrazione Digitale, nato nel 2005, è la raccolta di tutte le norme che riguardano la comunicazione e l’innovazione in campo digitale della Pubblica Amministrazione.

Non molti, però, sono a conoscenza della sua genesi e della sua storia, partita nell’ormai lontano 2003. 

Scopri qualche curiosità 👉

  1. Il CAD nasce nella seconda parte del 2003 non nella forma attuale ma come “Codice della Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione” con 96 articoli e una suddivisione in XIII capi. Oggi ha 92 articoli ed è un testo work in progress che richiede aggiornamenti. Due fondamentali idee ressero la redazione del Codice: il principio dell’esaustività del testo e quello della inevitabile necessità di un frequente futuro aggiornamento delle singole disposizioni. 
  1. È stato voluto dall’allora Ministro per le Tecnologie e Innovazione Lucio Stanca, il quale dichiarò: “L’Italia è tra le prime nazioni al mondo a proporre un simile strumento normativo, frutto di una rielaborazione in chiave moderna delle numerose leggi e norme che riguardano l’utilizzo delle nuove tecnologie sia da parte degli uffici pubblici nei rapporti con cittadini e imprese, sia la loro adozione nei rapporti giuridici tra privati”.
  1. Introduce la figura del Difensore civico per il digitale che garantisce i diritti digitali di cittadini e imprese. È un soggetto imparziale al quale rivolgersi per segnalare gli ostacoli nell’esercizio dei diritti di cittadinanza digitale e/o inadempimenti delle norme previste dal CAD da parte di amministrazioni pubbliche.
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