Sabato si è tenuto il convegno “Parliamo di CER: Comunità energetiche rinnovabili” a Limena (Padova). Hanno partecipato oltre 70 persone tra amministratori locali, rappresentanti delle categorie economiche e degli ordini professionali.
Ecco perché, Antonio De Poli, ha ritenuto essenziale promuovere questo incontro formativo con l’obiettivo di presentare le potenzialità offerte dalle comunità energetiche ad amministratori locali, cittadini e imprese anche nella provincia di Padova.
Luciano Gallo e Andrea Sacchetto, come portavoce del gruppo, hanno fatto luce su quanto i territori siano i veri protagonisti della transizione ecologica.
Ad aprire con i saluti istituzionali il vicesindaco di Limena, Cristina Turetta: “Ringrazio il senatore De Poli per questo momento formativo che è utile per conoscere le novità delle comunità energetiche e dare quindi le risposte a cittadini e imprese in un’ottica Green e di sostenibilità”.
Sulla stessa scia anche il vicepresidente della provincia di Padova, Vincenzo Gottardo che ha sottolineato la necessità di “essere consapevoli dell’importanza delle energie rinnovabili e del processo della transizione energetica”.
Nel corso della mattinata, prima dell’intervento dei due relatori tecnici (che hanno spiegato le novità sulle Comunità energetiche), ha preso la parola anche il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin che ha evidenziato: “La rivoluzione Green non può più farsi attendere. Cittadini famiglie e imprese non possono più aspettare. Oggi dobbiamo assolutamente puntare sulle energie rinnovabili: più tempo perdiamo, più saremo in ritardo nella corsa verso la sostenibilità ambientale”, ha rimarcato.
In Italia al momento ci sono soltanto poco più di qualche decina di impianti. Se mettiamo a confronto il nostro Paese con il resto d’Europa, purtroppo, ad oggi, occupiamo uno degli ultimi posti. C’è tanta strada da fare e il decreto sulle Comunità energetiche – che, ricordiamolo, è in fase di validazione da parte di Bruxelles – va sicuramente nella giusta direzione.
Il decreto è una delle misure qualificanti della transizione energetica per favorire gli obiettivi di decarbonizzazione e autonomia energetica fissati dall’Agenda 2030 ma si tratta di un provvedimento che ha anche un valore etico, di stimolo alla coesione sociale dei territori.
Ci sono 2,2 miliardi di fondi del PNRR destinati ai Comuni al di sotto dei 5000 abitanti. Secondo una simulazione del MASE, in Italia, grazie a questo strumento, potranno crearsi 15.000 comunità energetiche a livello di Comuni e questo porterà a una bolletta dimezzata per quasi 2 milioni di famiglie.
Parallelamente, secondo uno studio del Politecnico di Milano, entro 5 anni, avremo a livello nazionale 40.000 comunità energetiche, che coinvolgeranno 1,2 milioni di famiglie, 10.000 piccole medie imprese, con una crescita di 10.500 posti di lavoro.
La parola ‘comunità’, non a caso, è un termine chiave, che tocca i sistemi relazionali: oggi più che mai, soprattutto dopo il Covid, abbiamo capito quanto sia importante fare rete per raggiungere un obiettivo condiviso. La sostenibilità, oggi, infatti, va intesa a 360 gradi: ambientale, economica ma soprattutto sociale.
Ecco perché il nostro auspicio è che ogni Comune si faccia parte attiva nel promuovere una comunità energetica e soprattutto, nello statuto e nel regolamento della CER, venga inserita una clausola sociale, ovvero – ad esempio – che il 5% delle risorse derivanti dal CER vadano destinate per il soddisfacimento di un’esigenza della collettività (famiglie bisognose, trasporti anziani e disabili; rette case riposo, etc).
Questa è la nostra grande sfida: favorire la transizione, in un’ottica anche di sostenibilità sociale, e dare energia ai nostri territori.
Fonte: Antonio De Poli, Blog, https://antoniodepoli.it/